Via G. Brodolini 22/24 – Figline V.no

DESTINAZIONE CULTURA – ARTICOLO DEDICATO AL RADUNO CHAUSSON

Destinazione “Cultura”

Questa volta il viaggio parte da Padova e l’occasione è il 1° RADUNO CAMPER CHAUSSON A SULMONA, CITTA’ DELLA GIOSTRA.

Si parte con largo anticipo, di qualche giorno, poiché è tassativo “non fare autostrada”, ma passare per le strade provinciali e a volte per stradine secondarie, in cerca di paesaggi, borghi, particolari e incontri inconsueti.

Si parte in “slow motion”, ma allo spuntare dell’alba, anche per darsi il tempo di andare a far colazione in qualche pasticceria aperta già dalla prima mattina.

 

Prima destinazione: Abazia di Pomposa.

 

Si dice che “L’origine dell’Abbazia risale ai secoli VI-VII, quando sorse un insediamento benedettino su quella che era l’Insula Pomposia, un’isola boscosa circondata da due rami del fiume e protetta dal mare.

Dopo il Mille cominciò la stagione di maggior splendore e divenne centro monastico fiorente votato ad una vita di preghiera e lavoro, la cui fortuna si legò alla figura dell’abate San Guido.

Il monastero pomposiano accolse illustri personaggi del tempo, tra i quali è da ricordare Guido d’Arezzo, il monaco inventore della scrittura musicale basata sul sistema delle sette note.

Chi ama l’arte antica non deve perdere l’occasione di ammirare nella basilica di Santa Maria uno dei cicli di affreschi più preziosi di tutta la provincia di ispirazione giottesca e il bellissimo pavimento a mosaico con intarsi di preziosi marmi collocati tra il VI e XII secolo.

Il Museo Pomposiano si trova in quello che era il dormitorio del monastero, sopra il Capitolo.

 

Al suo interno sono esposti pezzi provenienti dai lavori di restauro e di scavo: iscrizioni, marmi, rari stucchi, pertinenti ai primitivi arredi della chiesa, maioliche e reperti archeologici di vario tipo, oltre ad affreschi staccati.

Questi ritrovamenti hanno portato un significativo contributo alla conoscenza delle varie fasi costruttive della Chiesa, nata con impianto di tipo basilicale su modello ravennate nei secoli VII-VIII.”

 

 

Ma… per accedere all’interno bisogna prenotare una visita guidata, quindi noi ci accontentiamo, per questa volta, di ammirare dall’esterno alcune particolarità del sito.

 

Si riparte, destinazione Urbania, precisamente all’area di sosta comunale “il Barco” in località Porta Parco, dietro la residenza estiva dei Duchi di Urbino.

 

Il percorso prevede tre ore di viaggio, ma con la nostra andatura, probabilmente ce ne impiegheremo anche di più.

 

Il Palazzo Ducale è un edificio storico nella città di Urbania, situato in provincia di Pesaro e Urbino.

 

 

La costruzione, con una superficie di 6000 m² ed ospita il Museo Civico che ha sede nei in diversi ambienti del piano nobile strutturati in una libreria, in una galleria d’arte ed archivi storici con preziose collezioni di disegni, manoscritti, incisioni ed altri manufatti di notevole interesse artistico.,

Però, la priorità principale, per noi è una sosta pranzo, nell’area attrezzata.

Anche in questo caso, ma per esigenze logistiche, si sceglie di proseguire, arrivare in tempo alla destinazione scelta per passare la notte, è fondamentale!

Visitare questo sito sarà motivo di un altro viaggio? Speriamo di si!

 

L’obbiettivo questa volta è arrivare all’Hotel Crystal di Ussita, condividere il viaggio in quattro col nostro mezzo, non è un problema, ma il pernottamento lo preferiamo in camere separate, anche per la comodità, e per garantire l’intimità necessaria ai nostri ospiti.

 

Un percorso denso di panorami suggestivi, da percorrere lentamente, per quanto possibile, lasciando passare chi ha fretta, facendo attenzione sulle stradine montane, pur sempre un po’ strette, ma bellissime!

Ma ci sono particolari che lasciano il segno, sono le case diroccate, le ferite lasciate dal sisma, ancora sanguinanti, mai cicatrizzate.

Bellissime perle insanguinate, paesini incastonati come diamanti nella carne della montagna, che lasciano trasparire un sentimento di rassegnazione, ma anche dei guizzi di vita!

Lo si vede negli occhi di chi ci parla, a volte ancora lucidi e tristi, ma pieni di amore e di passione per questo territorio che ha sussultato, singhiozzato, tremato nelle viscere della terra, portando con se tanto dolore.

La vita deve andare avanti! la vita non si deve fermare! Le persone sanno come reagire! Ma ci vuole tempo, ci vuole sussidiarietà, ci vuole coinvolgimento, ci vuole solidarietà, ci vogliono vite giovani, piene di entusiasmo, ci vogliono vite fresche, piene di amore per queste terre, che hanno dato dei frutti preziosi, che adesso, più che mai, anche se ferite, chiedono di essere amorevolmente curate, protette, vissute.

Parliamo di questo, a cena, facendoci raccontare gli eventi dalla proprietaria dell’Hotel Crystal, che ci accoglie in uno di quei prefabbricati che, ancora costituiscono una soluzione precaria, che sembra ormai radicata, purtroppo, ancora intrappolata nelle maglie di una burocrazia cieca, insensibile, lontana dal cuore di questa terra e di queste persone.

Sembra quasi qualcosa di fuori luogo, gustare i prodotti di questo paradiso tremante, in un ambiente dove il calore famigliare, riscalda più del sole, dove le portate, sembrano dei fiori di montagna, quanto sono curate, dove, anche se ti vien da piangere, sorridi, guardando con fiducia al futuro, sapendo che riposerai guardando il cielo.

 

Sveglia di buon mattino, per fare una colazione abbondante con gli amici, fare una passeggiata nei dintorni, sapendo che si potranno ancora constatare le ferite inferte agli edifici che, si ergono ancora come spettri, appena al di là del corso d’acqua e contrastano, con quel paesaggio aperto al cielo, dove tutto dovrebbe sorridere alla vita!

Ma quello che fa ancora più male è la consapevolezza che, ciò che attanaglia e stringe alle caviglie, lacerando la carne, come il terremoto ha lacerato i pilastri di cemento, è la inadeguatezza, la becera burocrazia, che come un arcaico animale, tiene prigionieri fra le proprie fauci, gli slanci di orgoglio tesi a dare nuova linfa ad ogni germoglio di vita, a dare nuovo vigore alle limpide acque che scorrono come il sangue nelle vene in queste montagne, che maestose coronano questa terra.

Lo vedi negli occhi delle poche persone anziane, che sono sopravvissute alla sofferenza, come alberi che si stagliano verso il cielo, che un giorno, nuovi virgulti, daranno dignità ad ogni singola pietra!

 

Si riparte, ma subito ci si ferma, non si può lasciare questo territorio senza rifornirsi di acqua… nella piccola area attrezzata poco fuori il paese.

 

Nuove mete ci attendono in direzione Sud, il percorso è tracciato, il navigatore impostato, partiamo!

 

Non sappiamo ancora bene quale sarà la nuova tappa, ma l’importante è goderci il panorama, anche se lo vediamo, mano a mano che incontriamo i paesini, che stiamo percorrendo le strade che hanno vissuto la disperazione, e che ancora mostrano i segni di un passato che ha provocato profonde ferite, di un presente che, mostra tutti gli aspetti dell’inefficienza, della cattiva gestione, della perenne emergenza voluta, dalla inerte politica territoriale, dalla inefficacia della burocrazia tecnocratica nazionale.

 

Ci fermiamo a Norcia!

Norcia, ovvero, quello che resta, ovvero, ferita sanguinante di una terra ricca di vita!

Non ci sono parole, ma assordanti silenzi, che meglio di ogni suono, rendono ancora vibranti i rintocchi delle campane che suonano a morto!

 

In questo luogo, meglio che altrove, si denota la desolazione, non tanto delle strutture, ma della assenza di volontà politica che, se forse non dipende tanto dalle persone in quanto tali, sicuramente è frutto dalla inadeguatezza delle procedure farraginose, arcaiche, che come acque stagnanti rendono insalubre la palude di incartamenti, permessi, provvedimenti, progetti inerti come le pietre rotolate in una valle di lacrime.

 

 

Norcia, un luogo dove gli eroi moderni, continuano imperterriti a far fiorire ogni singola piantina di speranza, dove col loro lavoro, nonostante tutto e tutti, continuando a mettere pietra su pietra, giorno dopo giorno, ritorneranno ad erigere quei gioielli di storia, che abbellirono questa storica città che, si dice possa risalire probabilmente al V secolo a.C.

Norcia, città che ancora si affida San Benedetto, più che alle moderne istituzioni, rinascerà per volontà dei suoi cittadini, come dice Francesco, tornato per non abbandonare, tornato per ricostruire, tornato per far rivivere, le sue tradizioni, quelle delle nonne e dei nonni, quelle dei padri e delle madri, quelle delle famiglie, tornato per insegnare ai propri figli, il valore di queste terre, la volontà di reagire, la voglia di rinascere.

Lui, come tanti, in questa piccola città, non si farà sconfiggere dai sussulti della terra, ma neanche dalla inerzia delle istituzioni.

 

Chi, come noi passa, si ricorderà per sempre di queste persone, che oltre che a farti assaggiare i prodotti del loro amore, ti fa assaggiare la loro dignità, ti fa assaggiare il vero senso della vita, ti fa assaggiare la Cultura, quella non scritta sui libri, quella vissuta, quella modellata con le mani, quella sgorgata dal cuore.

Certo che il nostro contributo è solo come una goccia d’acqua, che da sola a poco serve, se si vuole innaffiare un bosco, ma sono una pioggia di goccioline d’acqua che dissetano il bisogno di vita delle nuove piantine che coloreranno il futuro di questa valle.

Siamo sicuri che, le campane suoneranno ancora a festa, se tutti assieme sapremmo essere vicini a queste famiglie, sapremmo aiutare, anche con le nostre presenze, per quanto fugaci, la rinascita di questa splendida, nobile signora!

 

Le potenzialità ci sono tutte, sto già pensando alle opportunità, perché no, magari ad un raduno, ho già individuato il luogo!

 

Pausa pranzo, questa volta in camper, ma con i prodotti tipici locali!

 

Riprendiamo il viaggio, con tranquillità, seguendo il percorso e incontriamo “Amatrice”, sembra un fantasma!

 

Non ci sono parole per esprimere i sentimenti, ma soltanto lacrime, trattenute nel cuore, come sospese tra il cielo e la terra, che mostra le ferite, come antiche tracce di una vita persa!

 

Non ci fermiamo, anche se lo vorremmo fare, ma il percorso è ancora lungo, e cerchiamo di allontanare la tristezza assaporando ogni metro di queste antiche vie, paesino dopo paesino, tra valli e pendii, dove, anche se le stradine sono strette e tortuose, ti portano ad assaporare la libertà!

 

Facendoci sognare un volo libero, in paesaggi incantati.

 

La mente mi riporta alla mia infanzia, quando il silenzio della montagna era interrotto da rumori e fruscii, a volte da qualche campanella, che faceva girare la testa verso uno sguardo, tenero e dolce, di preziosi compagni, che con me condividevano momenti di pace.

 

Farsi rapire dal paesaggio è un attimo che sembra una eternità:

 

Dall’alto, ogni cosa assume un valore particolare, quasi che tutto fosse incastonato nel tempo, come in un quadro prezioso.

 

La libertà, ecco quello che ti fa scorrere il sangue, ecco quello che fa palpitare il cuore, ecco quello che percepisci quando incontri il loro sguardo!

 

La libertà, il senso del cammino verso mete sconosciute, il senso del viaggio verso nuove avventure, il senso della corsa, al passo di trotto, o di galoppo, oppure a passo lento, per darti il modo di cogliere i particolari, anche quelli più piccoli, che solo con questo mezzo, è possibile apprezzare.

 

Ci avviciniamo al Lago di Campotosto, passeremo per Mascioni che è situato nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga a 1 392 metri sul livello del mare.

 

Una breve pausa, solo per rendersi conto che non c’è nessuno in giro, anche se non è ancora tramontato il sole, si riprende il viaggio la destinazione è ancora lontana:

 

Il navigatore è sempre ottimista con i tempi di arrivo, ma io mi conosco, devo sempre calcolare una buona percentuale di tempo in più, la mia velocità di crociera è sicuramente bassa per gli standard moderni, vorremmo arrivare al convento di San Colombo, una dimora storica dove i nostri ospiti trascorreranno una notte rilassante e rigenerante, lontano dai rumori di ogni giorno, dove si respira ancora un’atmosfera caratteristica dei conventi francescani, dove il connubio tra la natura e il silenzio favorisce il contatto con l’anima.

Una puntatina serale per la cena la facciamo alla Locanda al lago, dove l’accoglienza è simpatica e genuina come quello che assaporiamo, mi accorgo anche che c’è un cartello che indica un’area di carico e scarico, più avanti, proseguendo per la strada sterrata, sarà la prima tappa di domani.

Ritorniamo al convento e parcheggiamo sul parcheggio, che avrebbe dovuto essere una area camper attrezzata, ma è rimasta opera incompiuta, purtroppo, forse non hanno ancora colto le opportunità che i turisti come noi, che ci muoviamo in camper, possono costituire, un vero peccato.

 

Ci si sveglia senza fretta, per una buona colazione, in un ambiente particolare, dove con un po’ di fantasia, sembra sentire la presenza mistica e i movimenti lenti di anime antiche e dei giorni passati in meditazione, e pensare che questa dimora, è stata recuperata, solo dopo aver visto il degrado dell’incuria, di chi, non ha saputo cogliere l’importanza di ciò che era e di ciò che avrebbe potuto essere.

E’ ora di ripartire verso l’ultima meta, la più importante: Sulmona.

 

Ma prima, bisogna fare un percorso di servizio, presso l’area della quale ho intravvisto il cartello ieri sera.

 

Ci andiamo, ma ci aspetta una brutta delusione, il campeggio è chiuso, ma pazienza, l’area di scarico è accessibile dall’esterno, ma, manca l’acqua!

 

Dobbiamo cercare una alternativa, su un paese vicino? Proviamo a chiedere, ci consigliano di andare a Castelnuovo, ci proviamo, tanto, è una piccola deviazione rispetto al percorso che vogliamo fare.

Siamo “fuori stagione”, decisamente! Chiusa anche questa!

Non ci resta che riprendere il viaggio per Sulmona, dove siamo certi di trovarne una aperta, e anche affollata!

Peccato però, che ci siano aree non fruibili perché la stagione turistica dura soltanto un tempo limitato!

Quanto sarebbe bello, che in ogni comune, ci fosse un’area fruibile, il turismo “Pleinaire” non conosce stagioni, chi viaggia in camper lo fa tutto l’anno e desidera poter fermarsi un po’ dove porta il cuore.

In alcuni comuni italiani ci sono delle belle aree, anche gratuite, con i principali servizi di carico e scarico, addirittura, con la possibilità di allacciamento alla rete elettrica, mi chiedo, comportano solo spese?

Direi di no! Chi viaggia in camper investe in qualità di vita e spende denaro, per molte ragioni, per molti prodotti, se è vero che spesso non vanno a dormire in apposite strutture, è altrettanto vero che fanno incetta di prodotti, che spesso consumano in loco, spesso, la cucina del camper non si usa, se non per un caffè, o qualcosa di caldo, senza impegno, nei momenti di relax.

 

Si percorrono ancora stradine che si inerpicano e discendono lungo i pendii, fino ad arrivare in prossimità della città, dove è d’obbligo fare la prima tappa tecnica, nell’area di sosta camper di via Iapasseri a Sulmona in preparazione di una breve permanenza.

 

L’occasione, o meglio, l’opportunità di questo viaggio all’insegna della cultura ci è stata offerta da per il primo raduno Camper Chausson, tre giorni ricchi di eventi, musica, spettacoli e stand enogastronomici, dove poter gustare tutte le eccellenze della tradizione culturale abruzzese.

La piazza della Giostra, Piazza Garibaldi, in pieno centro storico, diventerà la nostra area di sosta!

 

Finite le operazioni tecniche, andiamo all’accreditamento, presso la Green Camper in Via Roberto Cicerone 1 a Sulmona:

 

Nell’attesa delle procedure di accreditamento, ne approfittiamo per fare il pranzo, ovviamente, a base dei prodotti tipici che abbiamo comprato strada facendo, a Norcia.

 

Siamo pronti, la carovana parte per andare in Piazza Garibaldi, prima del 1880 si chiamava “piazza del Mercato”, personalmente io non gli avrei cambiato il nome, ma la storia a volte prende pieghe diverse.

E la piazza principale di Sulmona, ed è la terza più grande d’Abruzzo, dopo la Piazza Salotto di Pescara e la Piazza Duomo a L’Aquila.

 

Il calendario è pieno di attività, ci dobbiamo organizzare, anche per andare a comprare i confetti:

La storia dei confetti si può far risalire al momento in cui lo zucchero fa la sua comparsa in Europa importato dagli arabi.

Nel 1400 questo dolce ingrediente, inizia ad essere utilizzato costantemente nella produzione di questi dolci, favorendo lo sviluppo di confetterie, centri specializzati nella lavorazione artistica dei confetti.

Inizia così una lunga tradizione confettiera che vede in Sulmona uno dei massimi centri di produzione.

La lavorazione dei confetti di Sulmona avveniva presso il Monastero di Santa Chiara dove, tramite una tecnica particolare, i confetti venivano utilizzati per dare vita a motivi decorativi quali fiori, spighe, grappoli, rosari.

Ma ci aspettano visite guidate ed altri eventi, la giornata sarà vissuta intensamente!

 

Una visita ai nostri amici non può mancare, stanno lavorando dal mattino presto, per allestire il punto informativo della Chausson.

 

Questo è un cambio di paradigma nella promozione turistica in Italia, dove lo strumento diventa protagonista di una proposta culturale, legata al territorio, alle specificità storico-ambientali, dove il viaggio è motivo e scopo, non solo di vacanza, ma di arricchimento, di coinvolgimento, di condivisione.

 

La serata, come nelle migliori tradizioni, costituisce motivo di aggregazione, di scambio di riflessioni, di propositi per il futuro, ma anche di spensieratezza ed allegria, specialmente se innaffiata da qualche bicchiere di vino, accompagnato dai prodotti tipici portati da casa.

 

Questo è il nostro salotto!

 

Giornata intensa oggi, la notte sarà l’occasione per un sonno rigenerante.

 

Oggi, giornata dedicata agli incontri ufficiali, con le istituzioni di Sulmona, dove il Responsabile Commerciale Chausson del gruppo Trigano VDL, Luca Mercatucci, illustra le originali motivazioni di questo connubio tra camper e cultura, che vede Sulmona come una elegante ed originale madrina.

 

Un evento unico che vede anche la nostra partecipazione come altri clienti Chausson provenienti da tutta Italia.

 

Una lectio sull’evoluzione del viaggio nella storia dell’uomo, condivisa con i protagonisti di questo evento, in primis, le istituzioni locali, le forze dell’ordine, ed in particolare, loro: i concessionari Chausson, che ci hanno messo tutta la buona volontà perché questo evento abbia potuto coinvolgere quasi 300 equipaggi.

 

La particolarità della manifestazione inoltre, è quella di ospitare e promuovere “Pet Camper Tour”, perché, non dimentichiamocelo, ma in camper, i nostri animali, non sono solo compagni di viaggio ma “componenti della famiglia”, ed è doveroso avere nei lori riguardi, una particolare attenzione.

 

Pet Carpet, ente educativo e culturale per la salvaguardia dell’ambiente e degli animali, fondato e presieduto dalla giornalista Federica Rinaudo, in questa occasione, offre molte opportunità per i visitatori ed i camperisti, di incontrare esperti e volontari di associazioni in grado di fornire preziosi consigli, per accudire al meglio i nostri animali durante i viaggi e le permanenze fuori casa.

 

Il pomeriggio, proseguirà con le visite guidate dei monumenti e dei musei della città, ma è anche l’occasione di fare due chiacchiere con Margherita Schirmacher che, con il suo Chausson e la sua immancabile compagna a quattro zampe, percorre l’Italia con meta Torino, dove parteciperà al Salone Internazionale del Libro di Torino per animare l’area esterna sul piazzale dell’Oval, dove il camper diventerà uno spazio eventi per il pubblico che ogni giorno potrà seguire un ciclo di interviste agli ospiti del Salone sul tema Attraverso lo specchio, alternate da selezioni musicali.

 

Una buona occasione per parlare di un paio di libri, che sono stati praticamente realizzati in camper:

 

Un ringraziamento particolare va al Direttore Causson Italia Luca Mercatucci e ad alcuni concessionari di questa grande famiglia #Chausson

 

Articolo di Romeo Ceccatto